E’ partito dall’ospedale di
Damasco l’itinerario della Delegazione Sirana-Italiana di giornalisti, editori
e osservatori per monitorare la realtá della situazione siriana oggi.
La Delegazione ha raccolto le
testimonianze dirette di 9 persone, tra militari e civili, ricoverati presso la
struttura ospedaliera della capitale siriana, tutti vittime di attentati o
attacchi da parte di bande di terroristi e mercenari.
Alcuni di loro sono rimasti
seriamente feriti in seguito ad attacchi compiuti dai terroristi dopo il cosí
detto “cessate il fuoco”.
Un’altro invece, il militare siriano Mohamad Musa al
Fahad, originariamente nativo di Damasco, é invece giunto all’ospedale in una
bara, sotto gli occhi della Delegazione, come uno dei 9 martiri che hanno
trovato lamorte nell’attentato terroristico di Idleb del venerdi’ scorso 27/4/2012.
Nessuno tra gli osservatori e
giornalisti occidentali “accreditati” si e mai chiesto e abbia “osservato” peró
che il “cessate il fuoco” é una condizione applicabile a due eserciti o due
nazioni che si affrontino in armi: ma qui noi abbiamo una Nazione, sovrana, che
é sotto attacco da parte di bande di terroristi puri, armati e finanziati
esplicitamente (per ammissione stessa delle autoritá americane, saudite e
qatariote) da potenze esterne alla Siria, le quali commettono non solo
attentati e opere di distruzione di strutture pubbliche e private, ma vere
azioni di minaccia terroristica e crimini orrendi come tortura, mutilazione di
corpi da soggetti ancora vivi, stupri e omicidi di intere famiglie, furto di
proprietá private e governative.
Di fronte a tali efferati atti
delinquenziali ci si chiede che senso abbia invocare il “cessate il fuoco”, se
non che per permettere a questi psicopatici da manicomio criminale di
organizzarsi meglio e commettere altri crimini ai danni della popolazione
siriana e della Nazione.
Di fronte ad un terrorismo organizzato di queste
dimensioni, qualsiasi nazione reagirebbe con azioni drastiche per sopprimerlo e
ridare alla popolazione, che li invoca, l’ordine e la sicurezza necessari per
permettere il civile e pacifico convivere.
E’ quindi questo lo scopo di nazioni
come USA-Israele-Turchia-Saudi/Qatar, che sono esse stesse la sorgente creativa
del terrorismo internazionale: agevolare al massimo la riorganizzazione delle
bande mercenarie straniere e permettere ai terrorisi interni di farla franca
per poter commettere altri crimini in futuro.
La Siria, come qualsiasi altra
nazione al mondo, ha il diritto ed il dovere di reprimere le bande armate che
seminano terrore e morte tra la popolazione e l’esercito regolare.
Noi ci auguriamo
che una decisa azione militare da parte della legittima autoritá di Damasco,
senza pietá alcuna per questi delinquenti comuni che troppi lutti hanno
provocato, possa riportare la Siria a crescere e prosperare tra le nazioni
Mediorientali come esempio, quale essa da sempre é stata, di convivenza tra
fedi ed etnite diverse, sotto un unica bandiera: Dio per ognuno, la Siria per
tutti.
Lu
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